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I misteri della Basilica sotterranea di Porta Maggiore





Dopo i decenni trascorsi per gli ingenti restauri (consolidamento, ricostruzioni e bonifiche), la Basilica sotterranea di Porta Maggiore nel 2015 ha aperto le porte al pubblico. Dal lontano 1917, anno in cui fu rinvenuta a circa nove metri di profondità rispetto all’attuale Via Prenestina, la Basilica non è stata mai accessibile a causa delle tante problematiche rinvenute e delle difficoltà nel reperimento dei fondi necessari. La lunga attesa ha alimentato maggiormente il mistero che da sempre aleggia attorno a questo monumento considerato unico nel mondo occidentale romano per la struttura a tre navate, precorritrice di un’architettura che caratterizzerà le chiese cristiane successive. 

Quale era la destinazione del singolare edificio risalente al I secolo d.C.? 
Le ipotesi avanzate da illustri storici e archeologi si dividono tra “luogo di culto” e “costruzione funeraria”. L’interpretazione più affascinante è quella dello storico francese Jerome Carcopino che ne attribuirebbe la proprietà a Tito Statilio Tauro, il console romano accusato di magia dalla madre di Nerone e costretto a suicidarsi per non subire l’onta del processo. Costui avrebbe fatto parte di una setta neo-pitagorica che svolgeva i suoi riti in questo edificio segreto. Secondo gli autori antichi la proprietà dell’area, conosciuta in epoca romana come “ad Spem Veterem”, è attribuibile alla “Gens Statilia”, una famiglia di nobili possidenti alla quale apparteneva anche il colombario ritrovato sempre in quei luoghi. 

Il complesso monumentale è articolato in tre ambienti diversi: il Dromos, un lungo corridoio che dalla superficie porta fino ai luoghi sotterranei; il Vestibolo, un ingresso quadrato di circa 12 mq (dal quale si accede alla sala principale) caratterizzato da una volta con al centro un particolare lucernario; la Sala Basilicale, 100 mq circa, suddivisa in tre navate. Sul fondo di quella centrale, più ampia, è presente un grande abside semicircolare. Tutta la pavimentazione è impreziosita da una delicata decorazione a mosaico. Sulle pareti e sulle volte si possono ammirare diversi affreschi (soprattutto nel Vestibolo) e stucchi che rappresentano scene mitologiche classiche (Sala Basilicale). Le decorazioni risalgono a due epoche diverse, una augustea e l’altra neroniana. Il prevalere di soggetti femminili hanno fatto avanzare anche l’ipotesi di una costruzione dedicata ad una donna appartenente alla stessa famiglia possidente. Tra questi spicca “Il suicidio di Saffo”, metafora tutt’altro che drammatica in considerazione di quella filosofia neo-pitagorica che vedeva la morte come sereno passaggio ad un’altra vita. 

La splendida Basilica, la cui entrata si trova in Piazzale Labicano ai piedi del muraglione sormontato dalla ferrovia, è accessibile previa prenotazione al numero 0639967700. Le visite guidate si effettuano la seconda e la quarta domenica di ogni mese, individualmente o in piccoli gruppi per non sovraccaricare il delicato equilibrio del luogo ma anche per permettere il completamento dei lavori, curati dalla Soprintendenza Archeologica di Roma. 

(C.Orecchini)
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