giovedì

QUELLA SUBDOLA FORMA DI BULLISMO





Si parla spesso di bullismo nelle scuole e a questo si associano immediatamente tipiche situazioni come le pesanti offese, fisiche e virtuali, ai danni di ragazzi che vengono presi di mira dai loro compagni. Spesso oggetto di bullismo sono purtroppo i ragazzi che hanno un handicap, la cronaca ne è tristemente piena. Ma oltre alle situazioni eclatanti e più comuni, ne esistono delle altre che hanno una caratteristica subdola, tanto da non venir riconosciute come tali. 

Una di queste è protagonista delle cosiddette cronache (nere) di integrazione scolastica e vede al centro del problema
le gite didattiche. Quando leggiamo gli sfoghi di genitori che hanno visto escludere il proprio figlio da una gita scolastica, perché nessuno della classe voleva stare in stanza con il compagno “disabile”, stiamo assistendo a una forma di bullismo.
 
E’ camuffata, silenziosa, ipocrita, senza insulti verbali o video denigranti, ma sempre di bullismo si parla.

Un bullismo fatto dal branco, dove il branco è la classe e dove la responsabilità si estende alla scuola che non sa insegnare, anzi instillare, il gene della compassione, dell’empatia e dell’inclusione. E ancor prima risale alla famiglia che non è più depositaria di quella trasmissione dei valori che sono alla base della sana convivenza.
In questo tripudio di ipocrisia salta all’occhio dei più attenti una cosa ancor più grave: la totale assenza di rimorso. 

 Questi giovani che riescono ad andare serenamente in gita sapendo che un loro compagno in difficoltà è stato lasciato in disparte, non provando alcun senso di dispiacere o responsabilità per il dolore causato, come saranno in grado di rapportarsi umanamente alla società che li attende?

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