Secondo un articolo di Teatro Naturale,
settimanale di approfondimento sul mondo rurale, il cibo etnico è
ormai entrato a far parte dell'alimentazione occidentale per una
quota ammontante a circa 321 miliardi di euro annui. A questa realtà
hanno contribuito evidentemente i flussi migratori ma anche la
tendenza a sperimentare nuovi sapori che caratterizza i moderni
cuochi e il mercato alimentare in generale.
Nonostante ciò la
maggior parte degli italiani non vede attestarsi fortemente il cibo
etnico sulle nostre tavole future. Infatti, il risultato di una
recente ricerca Demos-BCFN mostra come un italiano su due percepisca
sì, un cambiamento che potrebbe svilupparsi nel prossimo decennio ma
che le variabili che giocheranno un ruolo determinante sulle scelte
alimentari saranno principalmente i cambiamenti climatici, i prezzi
delle materie prime e i social media.
Sempre secondo gli
intervistati, gli incrementi più evidenti si verificheranno rispetto
ai cibi biologici, a quelli funzionali a determinate problematiche
(es. intolleranza al glutine o lattosio) e a quelli a km zero.
Qualche differenza di percezione risulta esserci solo tra i più
giovani, propensi a immaginare un possibile incremento della cucina
etnica nei prossimi dieci anni.
Ma la stessa ricerca conferma quanto
gli italiani siano nazionalisti in cucina: tre intervistati su
quattro dichiarano di preferire e mangiare solo cibo nostrano e di
non sentire l'esigenza di sperimentare nuovi sapori. Il 50% del
campione non ha mai mangiato cibo etnico e chi lo ha provato ha
scelto la cucina giapponese o cinese, presente sul nostro territorio
ormai da molto tempo.
(Viavai)