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Probabilmente
un esopianeta adottato dal nostro Sistema Solare 4,5 miliardi di anni
fa, che avrebbe una massa dieci volte più grande della Terra e si
troverebbe a 150 miliardi di chilometri dal Sole (75 volte più
distante di Plutone), tanto da impiegare fino a 20 mila anni per
compiere un giro completo intorno a se stesso.
Gli scienziati non
riescono a capacitarsi di come possa esserci un pianeta a quella
distanza incredibile, anche se le prove che esista sarebbero
inconfutabili.
È
quasi impossibile rilevarlo anche per i telescopi più potenti perché
a quella distanza arriva pochissima luce solare.
L’astrofisico
Gongjie Li nei suoi studi ha realizzato molteplici simulazioni al
computer che lo hanno portato a quattro possibili spiegazioni. Nella
prima si suppone che Planet 9 sia stato attirato da una stella di
passaggio che lo avrebbe allontanato dalla sua orbita primitiva, cosa
molto plausibile visto che all’origine della formazione del Sistema
Solare questo era circondato da stelle che influivano sulla
gravitazione dei nostri pianeti.
La
seconda ipotesi prevede che a spostare il pianeta sia stata
l’interferenza di Giove e Saturno, mentre la terza considera il
fatto che Planet 9 abbia avuto origine esattamente nel punto dove si
trova, nel qual caso dovrebbe essere di natura gassosa, ipotesi
maggiormente condivisa.
La
quarta possibilità in esame è quella più affascinante: il pianeta
potrebbe essere figlio di una stella ed essere stato “agganciato”
dal Sole quando gli sono passati vicino. In questo caso potrebbe
addirittura esserci stata una forma di vita e, forse, ancora essere
presente. Ma questa eventualità è quella su cui la scienza si
concentra di meno.
Secondo
una simulazione messa a punto dall'Università svedese di Lund, il
misterioso pianeta numero 9 si trova alla periferia estrema del
Sistema Solare perché rubato alla sua stella madre dall'attrazione
gravitazionale del Sole e successivamente potrebbe essere rimasto
bloccato nella nuova orbita. Se la teoria sarà corretta, la
comprensione dello spazio e del nostro Sistema Solare farà un grande
passo avanti.
© C.Orecchini
© C.Orecchini