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Il peso dell'anima



ph pixabay


Il primo a ipotizzare che l'anima avesse un peso fu il medico americano Duncan MacDougall, nel 1907. Lo studioso pesò sei persone prima e dopo la loro morte, constatando che ciascuna di esse aveva perso tre quarti di oncia, circa 21 grammi. La ricerca fu pubblicata su autorevoli riviste mediche dell'epoca e anche sul New York Times, ma subì molte critiche per le imprecisioni rilevate e la mancanza di un valido metodo scientifico che potesse avvalorarla. 

Esattamente cento anni dopo, alcune fonti non ufficiali, a causa dei problemi etici derivanti, riportano una ripetizione dello stesso esperimento, naturalmente con strumenti più sofisticati e precisi. Il test sarebbe stato effettuato su alcuni detenuti condannati a morte, prima e dopo la loro esecuzione capitale. Anche in questo caso si sarebbe verificata una perdita di peso: 21,00019 grammi. Insomma, l'ipotesi di un “peso dell'anima” potrebbe essere reale.

Ma è proprio l'identificazione di “anima” che avrebbe un errore di fondo. La Chiesa cattolica ci ha abituati a pensare l'essere umano come un'entità duale composta da anima e corpo, ma nella Bibbia emergerebbe un terzo elemento, lo “spirito”. Questo termine viene utilizzato nell'Antico Testamento per descrivere una forza superiore che dona la vita a tutte le creature, la parte immateriale in contatto con Dio, ed è distinto da “anima”, che invece si riferisce alla persona nella sua interezza. San Paolo, nella prima lettera ai Tessalonicesi, parla di “spirito, anima e corpo”, ma la Chiesa non riconosce una visione tricotomica dell'uomo. 

D'altra parte le interpretazioni teologiche dei testi biblici sono molteplici. Se ci rivolgiamo ad altre filosofie vedremo ricorrere più spesso il concetto di uomo composto da “più elementi”. 
L'antica tradizione sciamanica e in particolare i monaci tibetani, esperti sperimentatori di pre-morte, descrivono l'uomo come circondato da un campo energetico, chiamato “aura” (peraltro fotografata con un metodo particolare dall'ingegnere elettrico Kirlian nel '39 e riconosciuta anche dalla moderna fisica quantistica). Questa conterrebbe dei “corpi sottili”, oltre al fisico, ciascuno deputato a una specifica funzione: emozionale, psichica, mentale, eterica, astrale. 

Sarebbe proprio l'aura a poter coincidere con il concetto di “spirito” e ad avere una certa densità e di conseguenza un peso, anche se minimo, che sarebbe rilevabile al momento del decesso come conseguenza del dissolversi graduale dei vari corpi sottili.

C.Orecchini ©
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