Diversi
studi internazionali hanno dimostrato come le lampade a risparmio
energetico possano provocare, in determinate condizioni, problemi
alla salute; d'altro canto in un prossimo futuro potremmo rivedere
una rinnovata versione delle “incandescenti”, in fase avanzata di
sviluppo al MIT.
Da
tempo si sospettava che le lampadine fluorescenti a risparmio
energetico (CFL) potessero avere effetti negativi sulla salute,
infatti gli studiosi raccomandavano almeno di non tenere la testa
troppo vicino ad esse e soprattutto di fare attenzione in caso di
rottura, a causa della presenza di mercurio al loro interno (questo
pericolo vale per tutte le versioni a risparmio energetico). A
confermare più recentemente la pericolosità di queste lampadine, in
determinate condizioni, sono state due particolari ricerche, una
svizzera e l’altra americana. La It’Is Foundation di Zurigo ha
studiato gli effetti provocati sul corpo umano dalle lampadine
fluorescenti, stabilendo che l’intensità del campo
elettromagnetico generato arriva a superare la soglia di sicurezza
consentita, a mano a mano che ci si avvicini al di sotto dei trenta
centimetri: da qui il consiglio di evitarne l'utilizzo per illuminare
le scrivanie dove si lavora o i tavolini accanto al letto. Da studi
effettuati invece alla State University di New York, è stato
verificato come tali lampadine possano addirittura causare
l’invecchiamento precoce della pelle in caso di esposizioni
prolungate, per l'emissione di raggi ultravioletti C e A. Oltre a
questo, possono anche essere colpevoli di innescare infiammazioni
nervose.
Meglio
allora tornare alle vecchie lampadine a incandescenza? Queste erano
state tolte dal commercio nel 2012 per scarsa efficienza energetica,
ma la buona notizia potrebbe essere quella di un loro prossimo
ritorno. Al Massachusetts Institute of Technology è in fase di
sviluppo un restyling tecnologico che dovrebbe superare il problema
della dispersione di energia che penalizzò la classica lampadina: un
bulbo riflettente in grado di recuperare e riutilizzare la parte che
tendeva a perdersi in calore. Gli esperimenti hanno dimostrato buoni
risultati anche sulla resa cromatica, che si avvicinerebbe
notevolmente ai colori ideali. E allora, in attesa che le
“incandescenti” tornino a nuovo splendore, possiamo sempre
utilizzare (quantomeno sulle nostre scrivanie) delle “più
tranquille” lampade a LED…
(Eva Ludi)