Oggi voglio allontanarmi un bel pò dai nostri confini, e non mi riferisco solo a quelli fisici, quanto a quelli mentali. Voglio infatti trasportarvi per qualche minuto in Oriente e parlarvi di una particolarissima forma di pittura: l'arte giapponese del SUMI-E. Faccio una premessa spiegando che questa parola significa "usa il sumi", cioè un colore estratto dalla fuliggine di pino, usato nel XIII secolo, quando la filosofia Zen influenzava l'arte e la cultura giapponese.
In parole più semplici, una pittura fatta esclusivamente con un'inchiostro nero, usato in tutte le gradazioni e sfumature, ottenute diluendolo con l'acqua. Gli elementi quindi sono: l'inchiostro (condensato in bastoncini), il pennello e una carta speciale di riso che serve a ritenere l'inchiostro.
Guardando queste opere, a prima vista si potrebbe pensare a qualcosa di molto semplice, in realtà dietro queste pennellate quasi "schizzate", questi tratti essenziali e apparentemente fatti di getto, si nasconde un profondo lavoro spirituale preparativo in perfetto stile Zen. Secondo questa concezione ogni abbellimento è superfluo perchè offusca la natura di una cosa.
L'artista sumi-e se deve dipingere un fiore, si prepara in posizione meditativa davanti al foglio bianco, lasciando svanire ogni pensiero e concentrandosi sulla respirazione, in modo da visualizzare l'oggetto e arrivare a "sentirne" la consistenza, il profumo, ogni parte di esso, fino quasi ad identificarcisi. A quel punto il pennello traccerà dei segni naturali, istintivi e senza tecnica o aspettative di risultati. Non ci devono essere correzioni o ritocchi.
Io l'ho descritto in modo semplicistico, ma provate ad osservare queste opere pensando che il corpo e la mente dell'artista sono stati coinvolti completamente. E che si può imparare a vedere la bellezza vera nelle cose più semplici e naturali.
(C. Orecchini )
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