mercoledì

Caccia: necessaria maggiore difesa delle aree protette


"Il Parco dei Castelli Romani è la prima area naturale protetta d’Italia a proporre visite guidate ad impatto zero, ossia non inquinanti : qualsiasi azione umana, infatti, produce un impatto sull’ambiente ma si può ridurre o addirittura azzerare"

"Queste sono le parole comprese nella presentazione del Parco dei Castelli Romani, ma la realtà è ben diversa. Infatti se bisogna ringraziare i Carabinieri di Monte Compatri che a fine gennaio hanno catturato alcuni bracconieri intenti alla caccia di frode al cinghiale, oggi i Guardia Parco dei Castelli Romani hanno rinvenuto delle trappole per cinghiale formate da teloni e buche".

E´ quanto dichiara Piergiorgio Benvenuti, Coordinatore romano e per la Provincia del Movimento Ecologista Europeo- FARE AMBIENTE.

"Purtroppo il fenomeno del bracconaggio è una realtà nota nel Parco dei Castelli romani, con un commercio non legale di carne di cinghiale, di un impatto negativo sull´equilibrio ambientale del Parco, di un problema di sicurezza, perché non sfugge a nessuno il pericolo che potrebbe produrre questa tipologia di trappole, ma anche un problema più vasto igienico-sanitario per il commercio di carne venduta quindi senza controlli".

"E´ inammissibile che in aree protette avvengono tali battute di caccia attraverso trappole illegali, ed il Parco dei Castelli romani non è l´unico dove si pratica il bracconaggio, pertanto chiediamo -prosegue Benvenuti- maggiori e specifici controlli, attraverso l´incremento di mezzi e risorse umane, il potenziamento del Servizio di Polizia Provinciale". "Sono necessarie altresì indagini accurate -prosegue Benvenuti- per individuare tale commercio illegale di carne di cinghiale e garantire pertanto la sicurezza alimentare nella zona".

(da: www.romanotizie.it)

Related Posts with Thumbnails