Presentata
in Vaticano lo scorso 18 giugno, l'ultima enciclica di Papa Francesco
é intitolata “Laudato
si - Sulla cura della Casa comune”.
L’incipit del “Cantico delle Creature” di San Francesco
d’Assisi introduce un tema tanto doloroso e caro al Santo Padre: la
difesa dell’ambiente. «Questa
sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso
irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo
cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori,
autorizzati a saccheggiarla»
- così inizia immediatamente il Papa, riferendosi alla Terra.
Dedicata
ai problemi ecologici, dunque, ma al contempo una condanna di certe
logiche di mercato che sacrificano ogni valore alla finanza.
Centonovantadue pagine che aprono con una panoramica sugli argomenti
che il Santo Padre approfondisce successivamente, tra i quali: la
crisi ecologica e le sue cause più profonde; l’essere umano e le
sue relazioni; la responsabilità della politica internazionale e
locale; la corruzione; il degrado delle città; l’antropocentrismo
deviato; l’onnipresenza del mondo digitale che impedisce l'empatia
con gli altri; la difesa del lavoro; la ricerca scientifica; le forme
di potere che derivano dal progresso tecnologico. «Benché
il cambiamento faccia parte della dinamica dei sistemi complessi, la
velocità che le azioni umane gli impongono oggi contrasta con la
naturale lentezza dell’evoluzione biologica».
Papa
Francesco si sofferma sui ritmi di vita disumani e su una volontà di
cambiamento non finalizzata al bene comune. Il progresso in sé è un
fatto positivo ma diventa preoccupante quando ha come conseguenza il
deterioramento della qualità della vita umana. Altri temi
evidenziati sono quelli dell’inquinamento atmosferico e della
cattiva gestione dei rifiuti, che provocano cambiamenti climatici ed
espongono i popoli ad un avvelenamento quotidiano: «…Dal
trasporto,
dai fumi dell’industria, dalle discariche di sostanze che
contribuiscono all’acidificazione del suolo e dell’acqua, da
fertilizzanti, insetticidi, fungicidi, diserbanti e pesticidi tossici
in generale. La tecnologia che, legata alla finanza, pretende di
essere l’unica soluzione dei problemi, di fatto non è in grado di
vedere il mistero delle molteplici relazioni che esistono tra le
cose, e per questo a volte risolve un problema creandone altri ».
E
ancora:
«Stentiamo
a riconoscere che il funzionamento degli ecosistemi naturali è
esemplare: le piante sintetizzano sostanze nutritive che alimentano
gli erbivori; questi a loro volta alimentano i carnivori, che
forniscono importanti quantità di rifiuti organici, i quali danno
luogo a una nuova generazione di vegetali. Al contrario, il sistema
industriale, alla fine del ciclo di produzione e di consumo, non ha
sviluppato la capacità di assorbire e riutilizzare rifiuti e
scorie».
Preoccupazione rivolta anche alla grave questione dell’esaurimento
idrico e all’assurda tendenza a privatizzare l'acqua come fosse
merce, quando l’accesso ad essa è «un
diritto umano essenziale, fondamentale e universale».
Il Santo Padre non tralascia di notare la debolezza della reazione
politica internazionale rispetto alle gravi questioni globali. Un
sistema mondiale dove prevale la speculazione, ignorando la dignità
umana e dove un grande potere risiede pericolosamente nelle mani di
pochi individui. La condanna è rivolta anche a quel “paradigma
tecnocratico” dove tutto è condizionato dalla tecnica, incapace di
favorire quella visione d’insieme necessaria a comprendere una
realtà ben più complessa e interconnessa. L’uomo, pur avendo
preso coscienza del profondo degrado che sta vivendo, ha ceduto alla
rassegnazione: non solo perché costantemente boicottato dai
governanti, ma anche perché incapace di rinunciare alla tecnologia.
Ciò che accade ci deve costringere invece ad una coraggiosa
rivoluzione culturale, che non significa regredire ma semplicemente
«rallentare
la marcia per guardare la realtà in un altro modo, raccogliere gli
sviluppi positivi e sostenibili, e al tempo stesso recuperare valori
e i grandi fini distrutti da una sfrenatezza megalomane».
Non
dobbiamo dimenticare la responsabilità che abbiamo verso le
generazioni successive: che tipo di mondo desideriamo lasciare? Una
enciclica accorata e “chirurgica” che conferma l’eccezionale
umanità di Francesco, che va oltre la religione stessa. Un Papa che
scopriamo essere anche un grande filosofo, sociologo, economista e
politico. La terra sarebbe un paradiso, se governata da uomini come
Lui.