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Planet 9, il pianeta che non dovrebbe esistere


ph Wikipedia

Probabilmente un esopianeta adottato dal nostro Sistema Solare 4,5 miliardi di anni fa, che avrebbe una massa dieci volte più grande della Terra e si troverebbe a 150 miliardi di chilometri dal Sole (75 volte più distante di Plutone), tanto da impiegare fino a 20 mila anni per compiere un giro completo intorno a se stesso. 

Gli scienziati non riescono a capacitarsi di come possa esserci un pianeta a quella distanza incredibile, anche se le prove che esista sarebbero inconfutabili.
È quasi impossibile rilevarlo anche per i telescopi più potenti perché a quella distanza arriva pochissima luce solare.

L’astrofisico Gongjie Li nei suoi studi ha realizzato molteplici simulazioni al computer che lo hanno portato a quattro possibili spiegazioni. Nella prima si suppone che Planet 9 sia stato attirato da una stella di passaggio che lo avrebbe allontanato dalla sua orbita primitiva, cosa molto plausibile visto che all’origine della formazione del Sistema Solare questo era circondato da stelle che influivano sulla gravitazione dei nostri pianeti.

La seconda ipotesi prevede che a spostare il pianeta sia stata l’interferenza di Giove e Saturno, mentre la terza considera il fatto che Planet 9 abbia avuto origine esattamente nel punto dove si trova, nel qual caso dovrebbe essere di natura gassosa, ipotesi maggiormente condivisa.
 
La quarta possibilità in esame è quella più affascinante: il pianeta potrebbe essere figlio di una stella ed essere stato “agganciato” dal Sole quando gli sono passati vicino. In questo caso potrebbe addirittura esserci stata una forma di vita e, forse, ancora essere presente. Ma questa eventualità è quella su cui la scienza si concentra di meno.

Secondo una simulazione messa a punto dall'Università svedese di Lund, il misterioso pianeta numero 9 si trova alla periferia estrema del Sistema Solare perché rubato alla sua stella madre dall'attrazione gravitazionale del Sole e successivamente potrebbe essere rimasto bloccato nella nuova orbita. Se la teoria sarà corretta, la comprensione dello spazio e del nostro Sistema Solare farà un grande passo avanti.

© C.Orecchini
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