sabato

"L'Idraulico Italiano" è tornato e mette la sua faccia su Facebook



Donne, è tornato l'Idraulico Italiano!

Questo è lo slogan della Pagina Facebook che sta letteralmente incuriosendo gli utenti del social network. E l'Idraulico italiano ha anche un volto: dalla copertina del profilo campeggia l'immagine di un ragazzo forte e determinato (la simpatica elaborazione grafica è stata fatta dagli amici dell'Agenzia di Comunicazione Kreativa).
Non solo un nome e un numero di telefono: l'idraulico italiano ci mette anche la sua faccia.

Ma non basta un qualsiasi idraulico per le nostre tubature sofferenti? Perchè questa enfasi nel vantare l'italica qualità?
La velata ironia di questa iniziativa ci deve portare ad una riflessione obbligata. Nel nostro Paese il termine "lavoro" fa ormai binomio fisso con "crisi". Però, in questo panorama preoccupante dove i giovani italiani emigrano in massa alla ricerca di un futuro, esiste una realtà parallela: quella degli stranierl che invece in Italia il lavoro lo trovano. E non solo come dipendenti: tra il 2011 e il 2012 infatti, sono anche aumentate le imprese con a capo un titolare straniero.
Per contro, le imprese italiane chiudono al ritmo di 34 al giorno.

Non è più così vero il luogo comune che "gli stranieri fanno solo i lavori che gli italiani non vogliono fare". Ormai gli immigrati nel nostro Paese sono inseriti in qualsiasi settore e questo è un fatto molto evidente. Elettricisti, montatori, parrucchieri, trasportatori, centralinisti, giardinieri, commessi, autisti, ristoratori, benzinai e chi più ne ha ne metta. Ah, e anche idraulici.
Ma idraulici non ci si improvvisa: questa professione, così come per altre, richiede una reale competenza ed esperienza maturata sul campo. Richiede la conoscenza delle normative, dei nuovi apparati, delle nuove tecnologie.
Senza fare di tutta l'erba un mucchio, ma spesso dietro una tariffa troppo bassa si nasconde un servizio scadente, se non la totale incompetenza.

In questo contesto, "L'Idraulico Italiano" rivendica il suo lavoro e sa di avere una marcia in più. Ha 38 anni, fa questo lavoro da quando ne aveva 13, fa prezzi giusti, onesti e competitivi ed è sempre reperibile per i clienti.
E, particolare non meno importante, vuole lavorare in Italia, nel quartiere romano dove è nato e che non vuole lasciare.
Vi sembra poco? Non cataloghiamo sempre tutto sotto la facile etichetta dell'intolleranza. Il giusto equilibrio fa convivere meglio e in questo caso si tratta unicamente di dare valore al merito, alla qualità e, perchè no, di salvaguardare un pizzico di tradizione italiana. La nostra vale forse meno di quella degli altri popoli?
Forse è ora di invertire la marcia e occuparsi anche della re-integrazione degli italiani nella loro terra. E' un diritto sacrosanto anche questo e molto dipende dalle nostre scelte.
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