sabato

Referendum del 12 e 13 giugno 2011: il quesito relativo all'energia nucleare

E' necessario riservare un capitolo a parte per uno dei tre quesiti che verrano posti nel Referendum del 12 e 13 giugno 2011: quello sull'abrogazione della Legge che vuole reintrodurre la produzione di energia nucleare in Italia (gli altri due riguardano la privatizzazione dell'acqua e il legittimo impedimento del Presidente del Consiglio e dei Ministri a comparire in Tribunale).

Il nucleare non serve all'Italia. L'Italia importa dalla Francia energia elettrica soprattutto di notte, perchè questa, avendo centrali nucleari, la svende sottocosto. Quindi per l'Enel è più conveniente acquistarla che produrla. Le centrali nucleari non abbasseranno le nostre bollette: esse sono alte perchè l'industria elettrica è stata privatizzata (in Francia è pubblica, quindi sono più basse). La soluzione ragionevolmente perseguibile? Il nostro bellissimo Paese dispone di fonti energetiche alternative e rinnovabili come quella fotovoltaica o eolica, che sono una realtà consolidata ma purtroppo non sufficientemente incentivata e quindi boicottata.

Noi italiani non vogliamo le centrali nucleari e in proposito ci siamo già pronunciati nel Referendum del novembre 1987, dove furono abrogate le tre norme che avrebbero permesso l'individuazione e la costruzione di centrali sul territorio nazionale. Siamo in molti a domandarci come sia stato possibile riproporre la stessa questione, se già era stata risolta venticinque anni fa. Nonostante sia passato tanto tempo, gli italiani non hanno cambiato idea e non è certo a causa di un'onda emotiva provocata dal recente disastro di Fukushima, come alcuni vogliono far credere. Siamo consapevoli dei rischi che si corrono imboccando la scelta dell'energia nucleare, che non sono necessariamente quelli legati agli incidenti, quanto quelli relativi al normale, ordinario funzionamento.

Gli italiani non vogliono il nucleare e si sono fatti sentire. Ecco allora che il Governo ci regala una "moratoria", una sorta di anno sabbatico meditativo, per riflettere meglio sul da farsi... Peccato che la cosa somigli molto ad un espediente per allontanare la coscienza della gente dal problema, per distrarre, mettere a tacere e... svuotare il Referendum. Bisogna infatti raggiungere un "quorum", una soglia minima del 50% più 1 degli aventi diritto al voto, perchè questo sia valido. Debbono cioè votare almeno 25 milioni di italiani. Purtroppo i grossi media fanno passare in sordina tutto questo: del Referendum non se ne parla. Moltissimi italiani non sanno nemmeno che il 12 e 13 giugno prossimi, saranno chiamati a votare per un importantissimo Referendum abrogativo.

Molti, purtroppo per una mentalità tipicamente italiana, che tende ad essere indolente e lasciva, non sanno neppure quale "strumento" di democrazia diretta sia il Referendum e come vada utilizzato. "Abrogare" significa eliminare delle Leggi che non troviamo giuste. Sulla scheda di votazione dobbiamo mettere una croce sul "SI" se vogliamo che quella Legge venga eliminata.

Il quesito che verrà posto, in relazione al nucleare sarà: "Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?". Scegliendo il "SI", noi vogliamo espressamente eliminare tale legge. Scegliendo il "SI", noi diciamo NO al ritorno delle centrali nucleari in Italia. Non facciamo lo sbaglio di pensare che il nostro voto sia inutile: a volte la differenza si conta sulle dita di una mano. Il nostro futuro e quello delle generazioni a venire dipende da noi. ORA!


Related Posts with Thumbnails